Pensilina #5: Cugini di città
C'era chi guardava distrattamente dal finestrino e chi scendeva ad ogni fermata
Anche a detta di molti inglesi che abbiamo incontrato, se vai in Inghilterra non puoi non passare per Londra, la città dove tutto accade. Io e la mia ragazza, dopo esserci passati per qualche giorno da turisti come raccontavo in una precedente Pensilina, abbiamo deciso di cercare un modo per viverla più dall’interno e più a lungo.
Nelle ultime 5 settimane della nostra permanenza siamo riusciti nell’intento, dato che abbiamo trovato, sempre tramite Workaway, una famiglia di South Croydon - sostanzialmente a Londra considerando che in 20 minuti di treno eravamo in pieno centro città – che aveva bisogno di un paio di persone che facessero da “tate” alle due figlie di 4 e 6 anni siccome i genitori erano molto impegnati con il loro lavoro full time.
Questa è stata per noi un’esperienza molto interessante, anche se faticosa, perché abbiamo avuto modo di sperimentare le difficoltà di tenere a bada delle bambine con uno stile di vita ed educativo completamente diverso da quello che avevamo sperimentato nel Dorset: il tempo all’aria aperta era limitato sostanzialmente alle camminate di andata e ritorno verso la scuola o l’asilo, mentre la disponibilità di giocattoli ed aggeggi tecnologici era esponenzialmente maggiore. Paradossalmente, però, ho notato che, nonostante l’enorme opzione di svaghi a disposizione, le bambine sembravano spesso decisamente più insoddisfatte rispetto alla controparte rurale, cosa che ha creato non poca difficoltà nello svolgere il nostro compito, dato che questa insoddisfazione si rifletteva molto spesso nel voler passare del tempo con la loro madre che, seppure da casa in remote working, stava pur sempre cercando di lavorare! Era come se queste bambine si stancassero molto in fretta del piacere temporaneo che dava loro il saltare sul trampolino, giocare con un nuovo gioco o cose di questo tipo – e ciò mi ha ricordato molto la continua ricerca di piccole scariche di dopamina tipica dei nostri tempi ultra-connessi.
Ho notato inoltre una certa dicotomia nell’interagire con noi adulti: o venivamo visti come l’autorità a cui obbedire – e questo accadeva molto più spesso coi genitori che con noi ad essere sinceri – oppure come degli “schiavetti” con cui potevano lasciarsi andare ad atteggiamenti poco rispettosi, seppure spesso alternati a momenti di tenerezza e piacere nello stare insieme. Questo secondo me è il risvolto della medaglia dell’educazione genitoriale che va per la maggiore, ossia quella improntata sul “fai così perché lo dico io in quanto genitore”; nel momento in cui i bambini, tutt’altro che ingenui come a volte vorremmo dipingerli, capiscono che non hanno di fronte un’autorità tale per cui le conseguenze delle loro azioni saranno particolarmente negative, saranno molto meno proni a comportarsi “moralmente”, banalmente perché non sono abituati ad agire secondo giudizio morale ma secondo obbedienza!
Una simile dicotomia tra campagna e città l’ho riscontrata nelle tante persone che ho avuto il piacere di conoscere tramite diversi eventi a cui ho partecipato a Londra. Quasi tutti coloro con cui ho parlato elogiavano le grandi opportunità in termini lavorativi, di business e d’intrattenimento che una città così grande e sviluppata poteva offrire, ma, forse anche in quanto quasi tutti non londinesi di nascita, sottolineavano la difficoltà di creare delle relazioni stabili e soddisfacenti. Questo era principalmente dovuto al fatto che – in aggiunta alle diversità culturali e al fatto che quella inglese è tipicamente più fredda e diffidente di quelle più latine - tutti sono così impegnati e vivono in maniera così “veloce” che diventa difficile incontrarsi più di una volta con le stesse persone e sviluppare dei legami robusti. In campagna, dove i ritmi sono molto più lenti e la frenesia è molto minore, è decisamente più difficile creare dei contatti lavorativi, partecipare ad eventi o conoscere nuove persone, ma le relazioni tra quelle poche che si conoscono sembrano essere mediamente più stabili e profonde. Prova di questo è che abbiamo legato molto di più con le due famiglie che ci hanno ospitato in area rurale e di cui abbiamo percepito molto di più l’interesse verso il conoscerci e il farci sentire a nostro agio rispetto a quella che ci ha ospitato a due passi da Londra – non perché quest’ultima fosse composta da cattive persone, ma perché era evidente che il ritmo frenetico non permetteva loro di avere la quantità di tempo ed energie che avrebbero voluto dedicare alle loro figlie, figuriamoci a noi! Di contro, ovviamente, non c’era nemmeno paragone tra l’ammontare di cose da fare disponibili a Londra rispetto alla tranquillità, persino eccessiva in questo senso, della campagna.
Questo appunto non è per elogiare o screditare in particolare una delle due alternative – e sono sicuro che esistono anche altre vie di mezzo altrettanto valide – ma per sottolineare come, tramite il viaggio – specie se di una certa tipologia – si ha accesso ad uno spaccato di vita delle altre persone che permette di riflettere profondamente su come si vorrebbe vivere e su che tipo di uomini e donne si vorrebbe essere.
In un certo senso definirlo periodo di pausa potrebbe essere ossimorico, dato che è come entrare in una sorta di acceleratore di esperienze e di apprendimento di lezioni di vita.
[NEW] Sezione Budget:
Siccome diverse persone mi hanno chiesto delucidazione su come potessi permettermi questo periodo sabbatico e dato che – da buon finto ingegnere, ossia gestionale - sono solito tenere sotto stretto controllo le mie finanze, ho deciso di condividere il riassunto delle mie spese in UK diviso per categorie nel caso potesse essere di sprono per qualcuno. Di seguito le voci per i miei primi quasi 3 mesi di viaggio:
Trasporti aerei + treni/bus di lunga percorrenza: 192,34€
Trasporti di breve percorrenza: 127,82€
Ristoranti + Uscite e intrattenimento vari: 246,15€
Spesa (alimentari e altro): 60,72€
TOTALE: 627,03€
NB: ovviamente c’è da tenere conto che, avendo viaggiato in gran parte tramite Workaway come spiegavo nella prima Pensilina, l’alloggio era sempre incluso e quindi non ho speso nulla per questa voce, così come per gran parte degli alimentari e viveri. Va inoltre considerata la mia tendenza fortemente risparmiatrice e il mio minimalismo in ambito di consumi (qualcuno mi definirebbe “persona con bassa preferenza temporale”, qualcun altro semplicemente “un poraccio”)
Siccome questa cosa è nuova e non so se di interesse, ogni commento sul fatto che sia o meno apprezzata può aiutarmi a capire se riproporla per i viaggi successivi :)