Pensilina #6: Guida (non) Galattica per Autostoppisti
Conoscere persone usando un pollice in su al di fuori di un social network
Certe idee nascono da una battuta di spirito, una di quelle che si fanno per ridicolizzare un'idea bizzarra che si ha in testa ma in cui sotto sotto si crede, un po' per tastare il terreno e verificare se effettivamente sia assurda come si pensa gli altri possano ritenerla, pur mantenendo la possibilità di nascondersi dietro al fatto che fosse uno scherzo. Certe idee, insomma, nascono dall'insicurezza. La loro realizzazione, invece, comincia quando l'interlocutore, forse capendo il tuo intento - e questo é uno dei più grandi vantaggi di frequentare e viaggiare con qualcuno con cui si é in piena sintonia - non la prende come una semplice battuta ma, se la ritiene non così bizzarra, fa percepire qualcosa del tipo "perché no?".
"Un viaggio spostandoci in autostop" é stata una di quelle idee, anche se probabilmente il seme in testa era già stato piantato durante il viaggio in Inghilterra, quando una tenera coppia di ultraottantenni ci ha raccontato di quando, da giovani appassionati d'arte senza un soldo ma con una tenda, due sacchi a pelo, tanta spensieratezza e spirito d'avventura, folgorati dalla bellezza dei mosaici di Ravenna seppure visti solo in un'illustrazione di un qualche libro, decisero di partire da Manchester alla volta della città romagnola chiedendo un passaggio a degli sconosciuti.
Il viaggio low cost affidandosi a "sconosciuti" - in primis per fare in modo che non rimanessero tali, ovviamente - era l'idea, l'autostop e Couchsurfing (un servizio in cui i viaggiatori chiedono e offrono ospitalità, solitamente nella forma di un divano, ad altre persone per rendere il viaggio più sostenibile e per lo scambio culturale che inevitalmente se ne ricava) la modalità con cui sulla carta volevamo ottenerlo.
Ma per realizzarlo pienamente é servita un'ulteriore spinta, siccome all'arrivo alla prima destinazione eravamo ancora titubanti sulla possibilità di spostarci in autostop nel 2022 - aveva insomma ancora l'aura di essere una di quelle idee bizzarre e irrealizzabili di cui parlavo inizialmente, seppure condivisa da due persone - e visto che comunque avevamo l'alternativa più comoda di spostarci in autobus o treno. Dopo la prima notte, appunto, ospitati in Polonia vicino a Katowice da un gentilissimo Couchsurfer locale - ed evidente sosia del cantante romano Achille Lauro - guardacaso di ritorno proprio da un lungo viaggio in autostop, eravamo pronti a desistere e a recarci a Cracovia, la destinazione successiva, in treno con le piú svariate scuse in testa per giustificare il fallimento dell'idea: "non abbiamo i pennarelli e il cartello per segnalare la nostra destinazione agli automobilisti" dicevamo a noi stessi; "la prossima volta ci organizzeremo meglio". Ma Marcin, il nostro host, con un semplice gesto, cioé prendendo una scatola di scarpe, rompendola, passandocela insieme ad un paio di pennarelli e offrendosi di accompagnarci al migliore spot possibile per iniziare a scuotere il pollice in direzione Cracovia, ha in un sol colpo eliminato tutti gli appigli a cui ci eravamo aggrappati per non abbandonare la nostra comfort zone e ci ha messo di fronte alla cruda realtà del fatto che eravamo noi stessi e la nostra insicurezza i veri appigli da lasciar andare. Questa é stata la spinta decisiva che ha dato inizio all'avventura (letteralmente) "on the road" e che ci ha portato a percorrere circa 2500km in compagnia di non-piú-sconosciuti alla guida. Di tutti quei faticosi kilometri, quello di gran lunga piú importante, difficoltoso e decisivo é stato decisamente il primo passo, l'inizio.
Su quella scatola di scarpe strappata abbiamo poi attaccato sempre nuovi strati di fogli con sopra la destinazione successiva, in modo che ogni foglio coprisse il precedente ma non lo cancellasse, pur rendendolo non piú visibile, come in fondo le esperienze e le persone conosciute nel passato non sono cancellate da ciò che viviamo nel presente, specie durante un viaggio.
Alcune considerazioni pratiche:
Alcune caratteristiche (direi pro e contro se non fosse che in certi casi la categoria in cui farli rientrare dipende un po' dal contesto e dalla persona) del viaggiare in autostop che ho notato e che mi va di condividere:
É ovviamente una modalità molto low cost di viaggiare e permette di risparmiare parecchio. Allo stesso tempo richiede un grande sforzo, maggiore di quanto mi aspettassi, sia nella ricerca del luogo più adatto che nelle modalità con cui cercare di convincere l'automobilista di turno di non essere un pericoloso malfattore. Per un discorso meramente economico, considerando lo stress e le difficoltà che si possono incontrare, é probabilmente non conveniente quando si hanno delle scadenze di tempo da rispettare, conveniente invece se si é flessibili e se lo si fa anche per sperimentare o per alcuni punti spiegati più sotto
Permette di conoscere persone generalmente del luogo che hanno sempre una storia interessante da raccontare. Purtroppo con alcuni non abbiamo invece avuto modo di approfondire molto perché non parlavano per nulla l'inglese (né noi la loro lingua madre), ma é pur sempre una gioia cercare di regalare un sorriso a chi ha il buon cuore di aiutare sconosciuti nel loro viaggio senza chiedere nulla in cambio
Ho notato essere un modo molto "attivo" di viaggiare. Il dover studiare il punto perfetto per raggiungere una data destinazione (abbiamo scoperto esserci persino una wiki dedicata), come porsi, organizzarsi con gli alloggi e i pasti a seconda del successo o fallimento del piano iniziale e altro sono aspetti che richiedono un'energia mentale e una proattività non certo comparabile a quella di comprare un biglietto e recarsi alla stazione in tempo. L'intensità é tale che ad un certo punto del viaggio il raggiungere la destinazione successiva aveva un focus persino maggiore del visitarla.
Necessita di una grande flessibilità, sia nel bagaglio - noi avevamo entrambi un solo zianetto con noi, ironicamente quello con il logo dell'azienda che abbiamo lasciato per intraprendere il viaggio - che soprattutto nel piano. Quando cambiavamo città ci trovavamo praticamente sempre con nessuna sistemazione sicura per la notte successiva e se dovevamo prenotare un ostello o stanza lo facevamo solo una volta appurato che avremmo raggiunto la meta. Questo richiede ulteriore stress, ma, oltre a permetterci di cambiare il piano fino all'ultimo, cosa che si é rivelata indispensabile, ci ha anche insegnato quanto sia facile al giorno d'oggi trovare una soluzione in questo senso, considerazione utile anche per i viaggi un po' piú convenzionali
Se fossi incuriosito/a dall'idea, necessitassi di altre informazioni e/o mi fossi dimenticato qualche dettaglio, non esitare a contattarmi!
Che bella esperienza state vivendo. Valorizzate ogni momento che diventerà un pezzo del vostro puzzle di vita.
Io non ho mai fatto autostop nei miei tantissimi viaggi ma ho conosciuto moltissime persone, e mi sono creata amicizie e conoscenze anche nei primissimi socials, a partire da 20-25 anni fa.
Con molta fiducia, ammetto di essere stata ospitata in casa di diverse di queste persone, uomini e donne e di averli, a mia volta, ospitati ed ho raccolto tante belle esperienze che mi hanno arricchito ed hanno ampliato la mia visione dell'esistenza.
Continuate a vivere con fiducia, andando oltre la vostra zona di comfort e guardando lontano e siate benedetti.